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Questo libro è la storia autobiografica di un architetto che parla di architettura in modo semplice citando Loos, Siza, Barragan, Ungers, ma anche di musica, di Chopin e Mozart. Parla soprattutto di gente comune che in vario modo ha contribuito alla sua formazione universitaria e professionale e di tutti coloro che sono entrati nella storia dei progetti e ne hanno determinato la buona riuscita. Figure spesso ignorate ma che consentono alle idee di prendere forma, di diventare realtà costruita. Di diventare musica costruita. Un racconto spontaneo ed immediato che incrocia lati personali e legati a ricordi perduranti con riflessioni intense, condivisibili e di grande sincerità, come un'architettura che si disvela pian piano e fa conoscere le proprie tracce materiche.